ORESTE MOTTOLA orestemottola@gmail.com
In
un altro paese uno che in vent’anni e più di lavoro si è inventato una
metodologia produttiva che ha creato, compreso l’indotto, ben
quattrocento posti di lavoro, per il 90% donne, non stagionali,
dignitosi e pagati bene, avrebbe avuto lauree honoris causa e
cavalierati. Siamo a Sicignano degli Alburnine l’hanno appena nominato
assessore comunale all’agricoltura, al demanio ed alla protezione
civile. . Si chiama Antonio Valitutto, ha 46 anni, diploma di perito
agrario ad Eboli, e studi universitari interrotti. "Mi sarebbe tanto
piaciuto continuare, ma le possibilità economiche non c’erano…". Fra
i suoi brevetti c’è anche il superamento, in modo molto creativo,
della storica avversione alla cooperazione. Più semplice è stato
sicuramente il problema di regolare la presenza, ed il peso, della neve
sulle serre, con dei particolari "avvolgineve" che vegono tagliati e
la lasciano cadere. La vecchia Statale 19, l’autostrada e poi i nuovi svincoli segnano il paesaggio del "campo delle fragole". "Da
qui in 25 minuti si sarà a Salerno come a Potenza", altro che più zona
interna!. La coltivazione è quella della "fragola rifiorente" che
richiede attenzione assidua poiché non è coltivata nel
suolo e che produce frutti che per qualità, profumo, fragranza sono
commercializzati sui mercati interni ed esterni. A differenza di un
tempo, la stagione delle fragole ora dura tutto l’anno. E per
raccoglierle non ci si deve più piegare e farsi deformare dall’artrosi.
E sono buone le nuove fragole degli Alburni. Oltre ad avere un sapore
squisito come pochi altri frutti, la fragola è notoriamente ricca di
proprietà salutari. Note da sempre, infatti, le sue proprietà
digestive, depuranti e rinfrescanti, favorite dalla presenza di
sostanza quali il fosforo ed il potassio.
I Camaleonti lo cantavano negli anni ’70:"Io, una vita a modo mio. Nel campo delle fragole mi addormentai…".
Antonio
non ci si è addormentato. Anzi, ci ha studiato "su quel campo", notte e
giorno. Sì, dapprima c’erano le fragoline di Petina e di Sicignano.
Crescevano in montagna. Le piantine però potevano crescere anche nei
campi al limite del bosco, coltivate. Venne la sagra e poi il grande
successo d’immagine. Più il mercato ne chiedeva e meno diventava
conveniente coltivarle e raccoglierle. Ad un certo punto l’importazione
dalla Francia o dal Piemonte ebbe la meglio. E questo è il momento che
entra in scena Antonio Valitutto, che nella seconda metà degli anni
Ottanta ha l’intuizione delle potenzialità della varietà "rifiorente",
ovvero che nel corso dell’anno emette i fiori in continuazione. "Vidi
la pubblicità di un vivaista di Cuneo. Mandai a chiedere le piantine.
Le misi a dimora. Però mi accorsi che andavano migliorate
geneticamente, anche perchè la ricerca ufficiale e le grandi ditte
sementiere se ne disinteressavano". La produzione delle "rifiorenti"
arrivate dal Piemonte va benissimo ma ha l’handicap di dare centinaia
di variazioni: nessuna pianta è mai uguale all’altra. Il
punto di svolta dell’attività di Antonio Valitutto è quando vede che
una delle piante che gli arrivano dal Piemonte è molto bella e produce
grandi quantità di fragoline dal ricco aroma. Lui ne divide la ceppaia e
le ripianta e poi le propaga per seme. Il risultato finale è
straordinario: una pianta bella e produttiva, e dai frutti
gustosissimi, popola le serre di Valitutto. "E’ una mia selezione –
rivendica con orgoglio Valitutto- sto registrandola".
Ed ancora "I Camaleonti" : "Il campo delle fragole tu non sai dov’è. E aspetti che sia il mondo tuo a sorvolare te" . Dove
sono uno se ne accorge da lontano. Una ventina di aziende aziende
agricole alle falde degli Alburni e sulle rive del Tanagro, per poco
più di quaranta ettari coperti da serre, la questione non spaventa
nessuno. Se diciamo che produce anche quattrocento posti di lavoro e
almeno otto milioni di euro di giro d’affari, la cosa cambia. E se ha
strappato al nord Italia: Piemonte, Veneto e Trentino, la leadership
italiana nella coltivazione e commercializzazione dei frutti minori del
bosco : operai, tecnici degli impianti tecnologici dove vengono
prodotte fragoline e altri prodotti del ottobosco. Le zone: località
Cropana di Sicignano, al confine con Auletta, una zona a produzione
intensiva; località Acquara di Zuppino, Piano San Vito, le produzioni
nei pressi dello svincolo autostradale di Sicignano. Una ventina di
imprenditori locali ci investono decine di milioni di euro e il loro
impegno per commercializzare il prodotto in tutta Italia.
Nell’azienda
di Antonio Valitutto, 70 dipendenti, 1500 quintali all’anno di fragole
di bosco prodotte, al primo posto nell’organizzazione produttiva
locale. Fornisce i mercati generali di Bologna, Firenze, Genova,
Bologna, la catena di supermercati Esselunga. Gli imprenditori agricoli
del segmento sono organizzati una sorta di cooperativa di fatto dove
ognuno produce per sé ma la collaborazione tecnica e commerciale è
massima. Sono esperti imprenditori, in qualche caso specializzati, come
Giovanni Quaranta, docente di economia e politica agraria presso
l’Università della Basilicata.
"Il
polo" della fragolina di bosco degli Alburni è organizzato secondo i
principi dell’autonomia e dell’integrazione funzionale. C’è un "nucleo"
composto dal fratello e dalla sorella di Antonio Valitutto, dove sono
strettamente integrati produzione e commercializzazione, mentre
quest’ultimo aspetto è trattato assieme con le aziende che conduce la
moglie di Gianni Quaranta.
Nel campo delle fragole, lontano, dentro me. E mi dispiace solo che volando ho perso te…Ancora loro "I Camaleonti".
"Sono
stato il primo a fare le coltivazione fuori suolo in Campania". Le
fragoline sono coltivate in una soluzione di torba e pomice del Vesuvio
ed alimentate, tramite tubicini comandati da un computer centrale, che
miscela acqua e nutrienti. "Le dosi vanno variate, la sfida è tutta
qui. Su questo ho innovato tanto perchè non smetto mai di studiare".
Grazie a queste "diavolerie" agronomiche la produzione delle fragoline
di bosco si è estesa lungo l’intero periodo dell’anno. "Produciamo da
aprile fino a gennaio senza riscaldare le serre, usiamo solo
accorgimenti agronomici: mettiamo la calce sopra le serre così da
ridurre la luce. Poi giochiamo sulla riduzione delle dosi di concime.
Prima intossicavamo la pianta, così facendo gli diamo vita". Questo è
uno degli aspetti più importanti del "miracolo" della fragolina degli
Alburni. "In Sicilia iniziano a dicembre e finiscono a maggio, in
Trentino – come a Cuneo – vanno da giugno ad ottobre, A Napoli vanno da
maggio a giugno. Noi siamo gli unici che arriviamo a coprire quasi
tutto l’arco dell’anno".
"Capacità,
spirito di sacrificio, l’impegno, studio ed aggiornamento", sono i
concetti che hanno informato l’attività di Antonio Valitutto. Manovra
con l’Mcm net4, il software che con il quale gestisce tutte le fasi
della climatizzazione delle serre: lo produce la trevigiana Spagnol e
costa più di 15mila euro: "Ventilazione, apertura e chiusura delle
serre, le comando con un clic", racconta orgoglioso.
E’ una storia di sacrifici. Come l’emigrato piemontese le "rubò" dalla
Francia per impiantarle a Peveragno, provincia di Cuneo, che sul frutto
ha costruito il suo piccolo miracolo economico, Valitutto le ha
sottratte ai piemontesi e, come gli israelian nel deserto del Negev, le
ha fatte crescere fuori dalla terra. "E’ troppo argillosa, con
ristagni d’acqua", racconta. Non c’entra molto "The Strawberry Statement" di Stuart Hagmann, " Fragole e sangue", film
del 1970 sul sessantotto, ambientato nel centro (americano) del
sessantotto, cioè a Berkeley. Gli studenti di fronte all’ineluttabile
supremazia della ben organizzata polizia americana, su indicazione del
leader (nero) si mettono a sedere in cerchio nella palestra cantando
"Give peace a chance" di John Lennon, e continuando imperterriti anche
mentre la polizia li prende di peso ad uno ad uno, strattonandoli e
malmenandoli. Ma ci piace pensare che, come nel film, anche questa è una
storia di resistenza nonviolenta e di testardaggine.
I numeri e l’economia
"I
calendari di lavoro sono sempre più regolarizzati", racconta Gianni
Quaranta. "Il fatturato è stimabile in almeno sette, otto milioni di
euro. Con un indotto fatto di trasporti, concimi, ferro e plastica. Per
arrivare a porci come vero e proprio distretto dovremmo cominciare a
produrre in loco anche i cassettini. "Seimila quintali di fragoline
prodotte vuol dire 600mila cassettini a mezzo euro l’uno è già un buon
fatturato, e poi non lontana c’è la Piana del Sele", calcola Valitutto.
"Le economie di scala sono ancora lontane".
La
zona è destinata ad area di sviluppo produttivo. Nel Puc del comune di
Sicignano è destinato alle attività produttive. "Qualcuno potrebbe
anche mettersi a produrre i materiali per l’irrigazione, strappando
agli israeliani quote di mercato significative, visto che si tratta di
tecnologie di ultimissima generazione".
C’è
anche la coscienza di stare in una zona destinata allo sviluppo. I
lavori per l’ammodernamento dell’autostrada vanno spediti e da qui
nascerà anche quella che porterà a Potenza e Metaponto. La logistica
promette bene. In 25 minuti si potrà essere a Potenza e a Salerno.
"Abbiamo
anche l’orgoglio di avere attivato un meccanismo economico – racconta
Gianni Quaranta – che ha una forte ricaduta sul territorio. Il 70%
delle spese sono per la manodopera, che è tutta locale. Se non avessimo
messo in campo l’innovazione spinta della fragolina degli Alburni oggi
non avreste più sentito parlare. Poi il nostro è un caso da manuale per
il recupero delle buone pratiche agricole di una volta…". A vedere
Valitutto davanti al computer, che apre e chiude automaticamente le
porte e le finestre delle serre non si direbbe. "Eh no. Non si tratta
di tornare a fare le cose come una volta, ma di recuperarne il
principio che non va perso. Come per i muretti a secco, usiamo il
principio della flessibilità e la sostenibilità, no ai muri di
cemento".
Il marchio di qualità
"Si
sta lavorando al marchio di qualità. Si sta lavorando per il
disciplinare. Si parte dalle produzioni di Petina, sarà di tipo
collettivo ed identificherà le produzioni dell’intera zona. "Il posto
delle fragole" è anche uno dei più noti film di Ingmar Bergmann. La
trama ci racconta di un tempo che scorre inesorabile e spesso non c’e
ne rendiamo conto e nella maggior parte delle volte non ci fermiamo
neanche a riflettere sulla vita trascorsa, sulle scelte fatte e sulle
loro conseguenze future. Ma alla fine tutti i nodi vengono al pettine e
capita allora che, in un certo momento della nostra esistenza, si
arrivi a tirare le conclusioni e a valutare i successi e gli insuccessi
ottenuti.
Onore
quindi ad Antonio Valitutto e a Gianni Quaranta che, in questa zona,
senza fare inutili chiacchiere, penalizzati dal comune di Auletta che
non mette mano alla strada della Cropana, hanno fatto la loro
rivoluzione.
Oreste Mottola