sabato 17 dicembre 2011

Benvenuti a Contursi, il paese della salute e della fortuna


Le amiche di Contursi.  Sì, buttiamola sull’ironia: “Che dire? L’ideatore mi sembra necessario spedirlo al Vulpacchio, la sorgente che ha le acque che fanno abbassare la pressione sanguigna. Ne bevi a litri e funziona meglio di qualsiasi farmaco”. Quell’avviso pubblicitario, sulle mura cittadine di Contursi, ha un tono più greve che minaccioso: “… prima o poi sparlerà di te, delle tue amiche o dei tuoi conoscenti”. Si reclamizza così una rivista stampata da queste parti. “E’solo una boutade, una trovata pubblicitaria, mi sembra chiaro. Poi perché prendersela in particolare con le nostre amiche?” si chiede Italo Cernera, dirigente scolastico e scrittore di vaglia.
Il paese della salute e della fortuna. Contursi oltre ad essere “il paese della salute” (come recitano i cartelli stradali) è anche il paese della fortuna. Niente maxivincite a lotterie varie, l’aurea beneagurante è nell’aria. L’ultima beneficiata è l’irpina Rosetta D’Amelio, già sindaco di Looni: il mercoledì sera era qui ad un dibattito e due giorni dopo Bassolino, a sorpresa, l’ha nominata assessore regionale. Prodi, quando viaggiò col suo autobus in tutta Italia, si fermò a Contursi e vinse. Rutelli, invece, disertò all’ultimo momento il comizio già organizzato, e perse contro Berlusconi. Lo stesso capita agli artisti: Sergio Cammariere, la Nccp e Pierangelo Bertoli hanno avuto la loro fortuna rafforzata dopo aver toccato il suolo di Contursi. L’autore della canzone “Il nome è donna Rosa”, il maestro Luciano Fineschi, vive serenamente a Contursi, ed i compaesani raccontano quanto poco c’entri Pippo Baudo con quel successo. Da Contursi è partito anche l’interprete di “Rossana”, Nino Buonocore, dalle radici contursane. Anche l’indimenticato Beppe Viola, scrittore e giornalista sportivo, era figlio di un cancelliere della Pretura locale. Il fisarmonicista Salvatore Grieco fu l’eroe della prima “Corrida” radiofonica condotta da Corrado: “Io ho portato fortuna a lui”, racconta orgoglioso.
Il paese delle cento acque. Antonio Bassolino, che come Totò De Curtis passa per essere uno scaramantico, è affezionato a questa terra delle cento acque. E’ lui che ha messo le ali al sogno di diventare la Montecatini del Sud. Le presenze sono più di trentamila l’anno. Quel che colpisce è la varietà di tipi d’acqua che il territorio conosce. “Qui ce ne sono di calde e fredde. A tutte le tipologie di acque minerali vendute in Italia a Contursi c’è lo zampillo equivalente. Sangemini, Prata, Uliveto o Ferrarelle che siano”, spiega Cernera. Salvatore Mastrolia è da vent’anni il sindaco del paese. Uomo concreto e tollerante, di profonda onestà, non fa molto caso alla locandina de “La Città” che “strilla” sulla sua assoluzione, dopo 15 anni, da un’accusa di abusi edilizi per allargare un hotel della zona termale.
La zona termale. “Sarà rilanciata. Diventerà un vero e proprio parco termale. Entrerà nel circuito internazionale del termalismo di qualità. Con il museo delle acque, che sarà una vera e propria città della scienza. E poi parchi acquatici, parcheggi e ulteriore valorizzazione della dotazione di strutture ricettive: cominciando dagli alberghi”, racconta Mastrolia, ed il tono non trasuda trionfalismi di voce ma è sommesso. Eppure il punto di svolta è epocale. Per quasi un secolo tutti hanno promesso di realizzare e nessuno ha fatto alcunché. Fino allo “schiaffo” di quella zona industriale che lambisce pericolosamente le sorgenti che sono meta di legioni di potentini. Perché è stata la buona borghesia lucana la prima a credere nelle virtù delle acque contursane. “Da tutta Italia però arrivano gli ecclesiastici. E tra loro tanti cardinali e suore. E poi gli appartenenti alle forze dell’ordine di ogni corpo e grado”, aggiunge sornione Italo Cernera.
La privacy e poi la moda. I nomi? “La privacy dei clienti è assoluta”. Poi qualche nome sfugge: Minnie Minoprio e poi Pietro Marzotto. L’uomo d’oro del tessile italiano c’è arrivato per i buoni uffici di Petrillo, il re dell’abbigliamento locale che è nella proprietà delle terme Capasso. Perché Contursi è anche uno dei principali poli della vendita d’abbigliamento alla moda. Oltre a Petrillo c’è Gaudiosi, e dopo di loro altri negozi hanno sfruttato la scia. “Grandi capacità imprenditoriali. Le migliori marche italiane. La qualità a prezzi contenuti. La serietà”, così Salvatore Mastrolia spiega il loro successo.
La buona stella, le terme… Contursi non finisce qui. C’è la cultura. Al nome di Angelo Mazzeo tutti tributano un doveroso omaggio: “Con il suo Circolo Culturale debellò l’analfabetismo e con un’azione durata trent’anni, fatta di giornali e cineforum, ci diede quell’humus culturale del quale ancora oggi godiamo. E poi per i libri, oggi parte integrante della biblioteca comunale”. Poi c’è stata la stazione ferroviaria e l’autostrada. “Io stesso mi sono laureato in medicina a Napoli, viaggiando ogni giorno col treno”, dice Salvatore Mastrolia. Furono tanti i figli del baby boom che si laurearono ed oggi hanno posizioni di primo piano. Un nome sui tutti è quello Oberdan Forlenza, uno dei migliori amministrativisti d’Italia, già al seguito di Veltroni e di Giovanna Melandri, oggi presidente del “Teatro Romano”.
Quando finì la Dc. Contursi è stata anche un laboratorio politico. Oggi che si parla di nuovo di ricomposizione di quella che una volta fu la Democrazia Cristiana, un “caso di studio” è proprio Contursi, qui la Balena Bianca scomparve nel 1987, ben sei anni prima del crac nazionale, al termine di una guerra – combattuta senza esclusione di colpi – tra Lardo e Forlenza.
I paradossi contursani. E paradosso per paradosso fecero discutere l’Italia quelli che propose Lucio Rufolo, pneumologo di fama nazionale, “intelligenza inversamente proporzionale alla sua altezza”, chiosa Italo Cernera, che con un libro e varie comparsate al Maurizio Costanzo Show proponeva la sua ricetta per risolvere la questione meridionale. Una per tutte: tutti i lombardi in Calabria e i calabresi a popolare la Valtellina. Non scherza nemmeno Italo Cernera, che da comunista si è appassionato agli aspetti più inediti della vita di Gesù: “E se fosse sopravvissuto alla Crocefissione?”. Sull’argomento ha già pronto un libro che aspetta solo di trovare un editore.
Oreste Mottola
orestemottola@gmail.com