lunedì 13 febbraio 2012

Dura nota del Comitato parchi Si disbosca la zona A del Cilento?



Progetti avveniristici in una delle più belle zone italiane: da una pista da sci, cambiamenti climatici permettendo, ad un impianto di 120 telecamere per oltre 180mila ettari in... montagna

«Un allarme urgente e grave giunge dal Cilento, uno dei più grandi, spettacolari, variegati e complessi Parchi nazionali del nostro Paese». È l'inizio di una vibrante denuncia che giunge dal Comitato Parchi nazionale, da tempo «guardiano» delle aree protette italiane.
«Le voci sono molte - continua il testo - tutte concordi, e i fatti tanto gravi da sembrare incredibili: ma trovano purtroppo conferma in atti ufficiali e testimonianze scritte che lasciano pochi dubbi.
«Dunque, sembra anzitutto che in futuro il Parco nazionale del Cilento sarà videosorvegliato tra monti e valli, per sorprendere e reprimere i reati più gravi: 120 telecamere su un'estensione di oltre 180mila ettari, per svolgere quindi, a costi non indifferenti, un modernissimo servizio di sorveglianza automatico. Un Parco naturale o tecnologico? Chi abbia una sia pur minima conoscenza della montagna e dei consueti espedienti di bracconieri e tagliatori forestali, sa bene quale potrebbe essere la sorte futura di queste apparecchiature, mentre molti altri si interrogano perplessi sul rapporto costi-benefici di interventi del genere. A meno che non si intenda finalmente puntare queste telecamere sugli scempi perpetrati dagli amministratori locali, perfino nelle zone di protezione integrale.
La foresta dei Temponi vista dalla vetta del Cervati è destinata a scomparire
La foresta dei Temponi vista dalla vetta del Cervati è destinata a scomparire

«E qui si giunge al secondo punto - prosegue la denuncia del Comitato -. Ciò che lascia infatti più sbigottiti nel Cilento è che uno degli obiettivi fondamentali del Parco sarebbe oggi addirittura creare una stazione sciistica sul Monte Cervati, nella zona A di riserva integrale, vale a dire nel territorio più intatto. Per avviare rapidamente la trasformazione della splendida montagna in rumoroso trambusto da cine-panettone, infatti, un volenteroso sindaco locale ha già da tempo iniziato ad abbattere maestosi faggi ultrasecolari, ricavandone forse pochi spiccioli, ma certo parecchi danni... Appoggiato anche, si mormora, da qualche stralunata associazione pseudo-ambientalista.

«Tutto questo potrebbe sembrare un paradosso, o un brutto sogno, e farebbe davvero pensare che nel nostro meraviglioso Paese le leggi di tutela ambientale siano considerate «carta straccia», e imperino ancora le volontà dei feudatari. A vantaggio di chi? E perché mai investire fiumi di danaro in imprese fallimentari, dato che come è noto le stazioni sciistiche appenniniche, incluse Pescasseroli, Scanno e Roccaraso, sono disastrosamente passive?
«Ma forse successive indagini più approfondite sveleranno l'arcano. Il vero obiettivo finale non è certo l'interesse del Parco, né il bene della comunità locale, e neppure uno sci-escursionismo, che non contrasterebbe in modo insanabile con la difesa della natura... No, qui si punta, malgrado l'innevamento appenninico assai poco adatto, allo sci di discesa. Un semplice «specchietto per allodole» per sportivi domenicali ai quali propinare, come in altri casi analoghi, la vendita di condomini, residence e villette, costruiti in fretta e furia su terreni già da tempo accaparrati. Una folle urbanizzazione bramata dai nostri pubblici amministratori, e realizzata con guadagni rapidi e sicuri da imprenditori di ogni sorta: un altro pesante mattone nel frenetico disegno di cementificazione che, nel giro d'un paio di generazioni egoiste e distratte, sta riuscendo a devastare e impoverire, per un piatto di lenticchie, il Paese più bello del mondo.
Taglio di Faggi sul Monte Cervati
Taglio di Faggi sul Monte Cervati

«Illuminante - conclude la nota - il commento a caldo del Presidente del Parco del Cilento, che non respinge affatto il folle progetto degli impianti meccanici nella riserva integrale: «Si tratta di una zona A del Parco, quindi di massima tutela ambientale. Ci vuole, pertanto, molta attenzione». Nel frattempo qui attorno già si tagliano senza scrupoli gli alberi, per aprire spazio alle piste... Figuriamoci cosa potrebbe accadere poi in tutte le altre zone, cosiddette a tutela attenuata. Vien fatto allora di chiedere all'opinione pubblica e alla comunità internazionale: ma certa gente non avrà forse confuso l'idea di parco nazionale con quella di un parco giochi?».

(Fonte Comitato Parchi Nazionali)
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Nella foto del titolo un grosso ceppo di Faggio abbattuto

Cirielli Style. Altra sorpresa: una discarica sulle sorgenti termominerali di Contursi Terme


Altra sorpresa: una discarica sulle sorgenti termominerali di Contursi Terme

La proposta elaborata dalla Provincia di Salerno
Come già descritto in un precedente articolo relativo alla proposta di realizzazione di una discarica di rifiuti inquinanti sopra le sorgenti di Sarno, ricordo che la legge n. 26 del 26 febbraio 2010, ha definitivamente sancito, solo dal punto di vista amministrativo mentre di fatto persistono le stesse condizioni che hanno caratterizzato circa 18 anni di scandalo rifiuti, la fine dello stato di emergenza e del commissariamento straordinario in Campania, trasferendo gli oneri tecnico-amministrativi della gestione del ciclo integrato dei rifiuti alle Province.
In Provincia di Salerno è stata costituita la Società Provinciale EcoAmbiente Salerno spa, per garantire la piena operatività del sistema di gestione dei rifiuti solidi urbani. La Provincia ha individuato vari siti ritenuti potenzialmente idonei in via preliminare in base all’analisi cartografica e ai sopralluoghi eseguiti.
Ubicazione della cava (stella rossa) con individuazione della distanza dall’area dei Bagni Termali di Contursi e del deflusso delle acque sotterranee “fredde” all’interno dell’acquifero carbonatico di M. Pruno
Uno di questi siti è ubicato nel Comune di Palomonte, nella zona di confine con i Comuni di Contursi Terme e Colliano in località Monte Pruno. “Il sito è posizionato nella zona nord-occidentale del Comune di Palomonte, in località Monte Pruno, in corrispondenza di una cava dismessa. La zona è caratterizzata dalla presenza di nuclei abitativi sparsi, con alcune abitazioni a distanza ridotta; tuttavia, le funzioni sensibili sono collocate a distanze minime di 1,7 km. E’ opportuno considerare che la cava incide sul complesso idraulico profondo del comprensorio termale di Contursi e che la coltivazione della discarica, sebbene da lunghe distanze, comporterebbe un impatto visivo da centri abitati. Come desumibile dalle carte dei vincoli ambientali, l’area in esame: – è definita come area urbanizzata, anche se circondata da zone caratterizzate da massima naturalità e biodiversità, rispetto alla classificazione desumibile dal PTCP di Salerno; – non è interessata da categorie agricole di pregio, né da boschi; – non ricade all’interno di aree naturali protette e aree di tutela paesaggistica istituite ai sensi del D. Lgs. 42/2004, né in Siti di Importanza Comunitaria (SIC) o in zone di Protezione Speciale (ZPS); – si caratterizza per un grado elevato di vulnerabilità degli acquiferi. L’area ricade in una zona a media sismicità (categoria S2) e con pericoli e rischi da frana non significativi.
Secondo la Provincia di Salerno il sito di Palomonte “presenta una potenziale fruibilità alla localizzazione di una discarica. Alla scelta finale del sito dovrà procedersi con indagini specifiche da esperire in una fase di ulteriore approfondimento tecnico.”
Commento
Un adeguato e trasparente inquadramento delle caratteristiche geoambientali evidenzia che Monte Pruno, secondo quanto noto nella letteratura scientifica (DEL PRETE S. – GUARINO P.M. – NISIO S. – SANTO A. “I SINKHOLES IN CAMPANIA”; Polselli P. “RELAZIONE TRA FENOMENI DI SPROFONDAMENTO, RISALITE DI FLUIDI MINERALIZZATI E SISMICITA’ IN ALCUNE AREE DI  STUDIO DELL’ITALIA CENTRO-MERIDIONALE.” ; CELICO et al., 1979; ecc.), rappresenta un acquifero di rocce carbonatiche molte fratturate, alterate e visibilmente carsificate che alimenta le sorgenti dell’area termominerale di Contursi. Le acque termominerali, secondo la letteratura scientifica, rappresentano il risultato del miscelamento di acqua circolante negli acquiferi carbonatici di monte Pruno e Monte Polveracchio con fluidi caldi di provenienza profonda (figure 2, 3, 4, 5).
Inquadramento geoambientale della cava ubicata all’estremità sud orientale di Monte Pruno costituito da rocce carbonati che rappresentano l’acquifero che alimenta le sorgenti termominerali di Contursi Terme. Sono evidenti le morfologie carsiche
Inquadramento geoambientale della cava ubicata all’estremità sud orientale di Monte Pruno in relazione alla circolazione idrica sotterranea ed ai vistosi fenomeni carsici che interessano tutta l’area
La Provincia di Salerno sa che l’area di Monte Pruno è caratterizzata da un elevato grado di vulnerabilità: non ha messo in relazione tale aspetto con il pericolo per le sorgenti termominerali in seguito alla realizzazione di una discarica di rifiuti inquinanti a monte delle sorgenti di Contursi Terme. In pratica il problema dell’inquinamento potenziale non è per il Comune di Palomonte ma per l’assetto socio-economico della rinomata area termale di Contursi Terme
Inquadramento idrogeologico della cava ubicata all’estremità sud orientale di Monte Pruno in relazione alla circolazione idrica sotterranea che alimenta le sorgenti termominerali di Contursi Terme
Fluidi  aggressivi a varia temperatura fuoriescono anche oggi in varie parti del Comune di Oliveto Citra.
Tutta l’area compresa tra Monte Ogna, Il Lago di Palo, Monte Pruno e Ponte Oliveto è interessata da vistosi sprofondamenti che hanno coinvolto le rocce carbonatiche e i detriti calcarei quaternari (figura 3).
L’ultimo sprofondamento è avvenuto nel 1982. Tali fenomeni, chiamati sinkholes, rappresentano il risultato della dissoluzione delle rocce carbonatiche causata dai fluidi di origine profonda. L’assetto tettonico e stratigrafico superficiale e profondo controlla i fenomeni di dissoluzione e la termalizzazione delle acque di circolazione sotterranea. Anche Monte Pruno è visibilmente interessato da alcuni sprofondamenti (figure 2 e 3). Le ricerche scientifiche indicano chiaramente che le acque che si infiltrano nelle rocce carbonatiche defluiscono verso il fiume Sele. E’ evidente, pertanto, che lo spinto carsismo e la intensa fatturazione e alterazione possono causare un rapido deflusso sotterraneo di eventuali liquidi inquinanti provenienti da una discarica verso la zona termale.
A questo punto riprendo le considerazioni conclusive del citato articolo relativo alla discarica che dovrebbe essere realizzata a monte delle sorgenti di Sarno.
Non si deve fare finta di non sapere che i rifiuti inquinanti rappresenteranno un nuovo giacimento geologico di materiali inquinanti che permarrebbe nella cava per l’eternità, al di sopra della falda termominerale che continuerà ad essere usata, a valle della discarica, anche nel prossimo futuro.
Non può sfuggire che la sicurezza ambientale deve essere garantita per secoli e non solo per qualche anno.
A questo punto non si può dimenticare che il substrato carbonatico è molto permeabile in quanto è molto fratturato, alterato e carsificato.
Si deve sempre tenere presente che le attuali disposizioni di legge sono carenti e che non garantiscono la difesa delle acque sotterranee qualora una discarica di rifiuti inquinanti sia realizzata su un substrato molto permeabile e carsificato.
Vi è un problema tecnico insuperabile rappresentato dalla tenuta plurisecolare del sistema impermeabilizzante alla base a sui lati dei rifiuti.
I consulenti della Provincia di Salerno non devono dimenticare di essere tecnici al servizio di tutti i cittadini e che agiscono per garantire una reale sicurezza ambientale. E’ evidente che dovendo essere garantita la sicurezza ambientale e la salute dei cittadini per secoli una discarica nella cava di Palomonte, in località Monte Pruno non si può realizzare in sicurezza.
Qualora si realizzi, è evidente che sarà al di fuori delle leggi che devono tutelare l’ambiente, le risorse idriche e la salute dei cittadini.
Alla luce di queste considerazioni, al di fuori di qualsiasi forma di terrorismo scientifico, tese a tutelare, realmente, l’ambiente, le risorse naturali, la salute dei cittadini e l’assetto socio-economico appare evidente che i motivi che hanno fatto ritenere idoneo preliminarmente il sito in esame sono privi di concretezza tecnica ed estremamente preoccupanti perché infondono una ingiustificata tranquillità e garanzia di sicurezza.
I dati esposti nella presente relazione evidenziano che il sito di Palomonte in località Monte Pruno è stato valutato preliminarmente idoneo per la realizzazione di una discarica di rifiuti inquinanti senza una approfondita conoscenza delle caratteristiche geoambientali più importanti.
La sicurezza dell’ambiente, la tutela delle risorse idriche e la difesa della salute dei cittadini richiedono una onestà istituzionale sia nell’acquisire conoscenze tecniche geoambientali complete sia nell’evidenziare i limiti delle frasi contenute nel D.L. 36/2003.
Per concludere si sottolinea che il sito in esame è stato erroneamente ritenuto preliminarmente idoneo per la realizzazione di una discarica di materiali inquinanti e che deve essere riconsiderata la proposta della Provincia di Salerno in quanto è basata su una incompleta e inadeguata conoscenza geoambientale.