lunedì 27 febbraio 2012

Petrolio in Cilento: la Shell vuole aprire pozzi nella Valle di Diano In otto comuni della Valle di Diano, da qualche giorno c’è forte inquietudine: a Atena Lucana, Montesano Sulla Marcellana, Padula, Polla, Sala Consilina, Sant’Arsenio e Teggiano potrebbero arrivare le trivelle della Shell per cercare petrolio. Nel cuore della Campania? Eh si, siamo nell’Appennino lucano dove i monti della Maddalena e Monte Cavallo separano il Cilento dalla Basilicata, regione in cui sono già presenti pozzi estrattivi. Spiega a StileTv Simone Valiante, delegato nazionale Anci per i Parchi e le riserve naturali: Il Vallo di Diano è un territorio a vocazione agricola e ricco di risorse paesaggistiche. Il paventato progetto della Shell di un’ installazione di pozzi petroliferi nei comuni che rientrano nel progetto “Monte Cavallo” è , dunque, paradossale. Gli 8 sindaci già si sono espressi negativamente rispetto alla richiesta di autorizzazione avanzata da Shell e lo hanno dichiarato con un documento congiunto No al petrolio al termine della riunione che si tenuta alla Comunità Montana nella Certosa di San Lorenzo a Padula. Da questa riunione è nato anche il Comitato spontaneo No al petrolio nel Vallo di Diano che ha già accolto le telecamere di Ambiente Italia per una puntata speciale su RaiTre il prossimo 3 marzo. Annunci Google Energia a KM Ø www.officinaeverdi.it Diventa Produttore Di Energia Da Fonti Rinnovabili e Risparmia! Idrosonda Srl www.idrosonda.it Trivellazione pozzi e manutenzione Assistenza specializzata e permessi Le trivellazioni nel Vallo di Diano non sono richiesta recente. Quasi 15 anni fa anche la Texaco aveva richiesto l’autorizzazione a perforare. Ricorda Il giornale del Cilento: Nel 1997 i cittadini del Vallo di Diano si mobilitarono alla notizia che un gruppo di società petrolifere avevano ottenuto permessi per eseguire un pozzo esplorativo alla ricerca di giacimenti petroliferi ad oltre 4000 m di profondità. Dissonante rispetto al coro dei no è la voce dell’AIV Associazione Imprenditori Vallo di Diano che chiedono agli amministratori e sindaci, pressoché i medesimi di 15 anni fa di riflettere. Lo fanno attraverso le parole del loro presidente, Valentino Di Brizzi che spiega di essere: preoccupato del fatto che, a mio avviso, il nostro territorio ha già una serie di problemi di inquinamento da risolvere; per di più, se pure decidessimo di non autorizzare le estrazioni, queste potrebbero tranquillamente essere effettuate nel territorio della Basilicata, a pochi chilometri di distanza. Che cosa succederebbe, infatti, se le estrazioni di petrolio, anziché essere autorizzate da noi, e da noi controllate, avvenissero a pochi chilometri da Montesano Sulla marcellana nel primo comune confinante lucano?Avremmo o no le stesse ripercussioni ambientali? Non sarebbe allora il caso di fare in modo che, se estrazioni ci devono essere, siamo noi che viviamo in questa terra ad indicare in che punti le stesse possano essere effettuate? Insomma, sostiene sia necessario lasciare uno spiraglio aperto alle trivellazioni. Il Comitato del No, invece, cavalcando la battaglia di 15 anni fa ritiene che nessuna trivella debba mai entrare in Vallo di Diano poiché come ebbe modo di mettere in guardia il prof. Ortolani vi è un rischio enorme e irreparabile nel veder collassare, a causa delle trivellazioni del pozzo Michele1, la falda acquifera presente: Sarebbe un errore imperdonabile provocare l’inquinamento di risorse idriche strategiche rinnovabili, destinate a persistere in eternità sul territorio e quindi a disposizione di tutte le generazioni umane future, in seguito ad una non completa e corretta valutazione dei rischi connessi all’estrazione degli idrocarburi; va considerato, inoltre, che la conoscenza dei problemi ambientali connessi alle azioni dell’uomo deve consentire di adottare ubicazione delle perforazioni tali da non danneggiare le risorse idriche.
Scaramella, come avvenivano le demolizioni al Parco del Vesuvio ROMA- C’è anche un irpino, un imprenditore della provincia, tra i nove indagati insieme a Mario Scaramella, consulente della Commissione Mitrokhin, istituita dal governo Berlusconi nel 2002 sotto la presidenza dal senatore Paolo Guzzanti, conosciuto a livello nazionale per due vicende: le presunte dichiarazioni di ex ufficiali dei servizi russi (in particolare da Aleksandr Litvinenko), tra i politici italiani che sarebbero stati in contatto con il Kgb vi sarebbe stato l'ex premier Romano Prodi ed il ricovero per presunta infezione da polonio, quello che aveva ucciso proprio Litvinenko. Nel processo di questa mattina, però, di spy storie c’è ben poco. Anzi, nulla. l’accusa è di associazione a delinquere e truffa ai danni dell'Ente Parco del Vesuvio. I.S, queste le iniziali dell’irpino indagato, insieme all'ex compagna di Scaramella e «special assistant secretary general» dell'Ecpp, Giorgia Dionisio; il detective Fulvio Mucibello, ex consulente del Parco; l'interprete Andrey Ganchev; Cristian Trentola; Alfredo Carosella; Massimiliano Quintiliani. Scaramella e soci, avrebbero fatto risultare demolizioni eseguite e pagate, per almeno un milione di euro, quando queste non erano mai avvenute. L’accusa è di «avere, in concorso tra loro, impedito con mezzi fraudolenti l'espletamento della gara d'appalto per la demolizione di due manufatti abusivi (a Sant'Anastasia e Ottaviano) invitando alla gara solo ditte che non avrebbero potuto partecipare» perché sprovviste di autorizzazione Soa per le demolizioni, prive di mezzi e finanche di partita Iva.
Pollica, la città verde che cresce al ritmo del 10% l'anno In 'Green Italy' Ermete Realacci racconta la storia del comune che in 15 anni è diventato un'importante meta turistica campana. Obiettivo raggiunto grazie alla valorizzazione ambientale gestita da Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore ucciso nel 2010 27 febbraio, 2012 Il comune di Pollica Parole Chiave Angelo Vassallo Libri Anticipazioni Libri Green Italy Chiarelettere Pollica Tg24 Eco Style Tutte le notizie sull'omicidio di Angelo Vassallo Libri: leggi tutte le anticipazioni di Sky.it di Ermete Realacci Nel secolo scorso Bob Kennedy spiegò in modo memorabile, senza nominarla, cosa fosse per lui la politica: «Ci sono coloro che guardano le cose come sono e si chiedono perché. Io sogno cose che non ci sono mai state, e mi chiedo: perché no?». Nel nostro paese c’è una storia, la storia di un piccolo comune del Cilento, che è l’incarnazione di questa idea della politica. Quel comune, meno di vent’anni fa, era un paese anonimo come ce ne sono tanti nel Sud Italia, un borgo di pescatori in lotta per la sopravvivenza, alle prese con l’impoverimento sempre in agguato, lo scoraggiamento dei giovani, lo spopolamento per mancanza di lavoro. Ma la storia ha virato, e oggi è una delle perle turistiche d’Italia, una di quelle tanto apprezzate anche dagli stranieri. Quel paese è Pollica, il comune di Angelo Vassallo, il «sindaco pescatore». Un comune che oggi è diventato un modello da esportazione, oggetto di convegni fin nella lontanissima Cina. L’ultimo viaggio di Angelo, infatti, prima di venire ucciso il 5 settembre 2010, lo aveva portato proprio all’ombra della Muraglia. Angelo è del ’53, figlio di un pescatore che nelle notti passate insieme in mare gli ha trasmesso valori semplici e saldi: «“In mare si è tutti uguali” ci spiegava papà – il ricordo è di Dario, fratello di Angelo, nel suo Il sindaco pescatore (Mondadori) – “Vale la regola del buon comportamento. Il mare va rispettato come i suoi frutti. Come va rispettata la legge.”» Angelo, da adolescente, segue la sorella a Roma per le scuole superiori. In quell’angolo di Cilento tentare di andarsene era un riflesso pavloviano. Ma al primo anno di liceo classico viene bocciato. Torna a casa. Torna a Pollica, al mare e alla pesca: un mestiere nel quale era molto bravo, del quale sarà sempre orgoglioso e che non smetterà mai di ricordare, anche con un pizzico di vanità, come fonte di un imprinting positivo. Nel 1995 si candida e diventa sindaco. Quello che trova è da mani nei capelli. L’amministrazione allo sbando, il comune e il territorio senza guida. Le finanze, innanzitutto: da tre anni il bilancio non solo non viene approvato, ma nemmeno presentato. Il porto di Acciaroli è inadatto ad accogliere i turisti. I palazzi storici si sgretolano, letteralmente. I ragazzi non trovano lavoro, e per cercare il loro futuro se ne vanno a Roma (lo hanno fatto anche alcuni dei fratelli di Angelo), o al Nord, quando non in Germania, Svizzera, Francia. Le case vengono abbandonate. Ma Angelo sembra guidato da quel demone positivo del «perché no?» evocato da Kennedy. Ha saputo immaginare per il suo paese un futuro di benessere. Nelle spiagge, nei panorami, nei castelli in rovina, nella cucina locale ha saputo vedere ciò che, arrivando qualche anno dopo, vi avrebbero visto turisti raffinati, uomini di cultura in viaggio da paesi lontani. Ha colto e ha indicato una direzione di marcia lungo la quale ha avuto la tempra e il coraggio di condurre l’intero paese. Angelo ha capito che i borghi marini di Acciaroli, Pioppi, a anche quelli su in collina, Galdo, Celso e Cannicchio, avrebbero potuto diventare una capitale della qualità della vita. «Perché dobbiamo trattare male la gente, proporgli cose scadenti, il mare sporco, la spiaggia disordinata e tanti rifiuti? Se saremo capaci di offrire qualità, sicuramente saremo premiati» diceva. Un modello di sviluppo che mette al centro l’ambiente «Siamo un diverso modello di sviluppo turistico» sintetizza Stefano Pisani, attuale sindaco di Pollica e per sei anni vice di Vassallo. «Per noi viene prima la necessità di preservare l’ambiente; il ritorno economico è solo una conseguenza.» È questa le legge che tutto governa a Pollica. Da qui nasce tutto. «Prima abbiamo pulito le nostre acque, poi sono arrivati i riconoscimenti, la notorietà e quindi i turisti.» La nuova storia di Pollica ha una data di nascita. È il 1998, quando vengono messi in funzione i primi depuratori del Cilento, quelli di Acciaroli e Pioppi, appunto. I lavori erano partiti nell’85, ma, come nel costume italico, erano fermi da anni. Con l’elezione di Vassallo i cantieri riaprono. Da allora fioccano i riconoscimenti. Dalle Bandiere blu della Fee (Foundation for environmental education) – Pollica riceve addirittura una menzione speciale come località turistica più volte insignita del premio – alle Cinque vele di Legambiente, che per Acciaroli e Pioppi sono ormai un appuntamento fisso. A spiegare questi premi, però, le acque pure e cristalline non bastano. C’è, appunto, quel diverso modello di sviluppo che mette al centro l’ambiente. Cemento zero, per cominciare. In una regione piagata dalle lottizzazioni selvagge e dall’abusivismo, uno dei primi atti del sindaco Vassallo fu l’abbattimento di una struttura, uno stabilimento balneare, che deturpava la spiaggia di Acciaroli dagli anni Settanta. Oggi vige un piano urbanistico comunale rigoroso, che mette il territorio al riparo da minacciose lottizzazioni. «Tutti i borghi di Pollica hanno mantenuto la loro metratura originale» spiega Pisani. «Invece di costruire abbiamo rivitalizzato quello che già c’era, incentivando alberghi diffusi, agriturismi, affittacamere e guest house.» L’uomo che ha trasformato buoni ideali in buona economia I turisti hanno premiato questa scelta: ai 2500 abitanti, d’estate si aggiungono fino a 40.000 presenze. In porto si fa la fila per gli approdi, le strade e i ristoranti sono gremiti. E quelli che sulla costa trovano il tutto esaurito scoprono l’interno, risalgono la collina, alimentando le strutture ricettive e il mercato immobiliare. Ecco, allora, che i prezzi delle case sono schizzati in pochi anni da 1000 a 8000 euro al metro quadro. «Il numero di visitatori cresce al ritmo del 10-11 per cento l’anno» racconta il nuovo sindaco. E cresce anche la qualità del turismo. «Un dato rivelatore è quello dei passaggi in porto. Sono 1500 circa le imbarcazioni che nell’ultima stagione hanno attraccato nel porto di Acciaroli. Ma mentre qualche anno fa i diportisti si fermavano solo per fare rifornimento, oggi la permanenza media è di tre o quattro giorni. Segno che Acciaroli è diventata una tappa fondamentale per chi va in crociera al Sud.» Non bisogna lasciarsi ingannare dai successi raggiunti. Pollica, Acciaroli, Pioppi non erano automaticamente destinate a un futuro positivo. Non hanno quelle straordinarie rendite di posizione prodotte dalla storia, dalla cultura e dalla natura che caratterizzano tanti luoghi italiani. È stata la capacità e l’iniziativa di Angelo e della sua amministrazione che ha permesso di ottenere tanti risultati e un forte rilancio turistico. Angelo era un bravo politico e un ottimo amministratore. Aveva fantasia, e la dote di saper trasformare buone idee e buoni ideali in buona economia. E sapeva che il cuore di questa buona economia è l’ambiente, la qualità, l’amore per la propria terra. Appena eletto sindaco, Angelo si rende subito conto che i rifiuti sarebbero stati una sfida cruciale. Allora trasforma un terreno abbandonato in un’isola ecologica, avvia la raccolta differenziata e si dedica a un lavoro capillare di educazione e coinvolgimento della popolazione. E oggi la differenziata supera l’80 per cento: uno dei risultati migliori in Italia, tanto più impressionante perché realizzato a 150 chilometri da Napoli. Poi ci sono gli investimenti sulle rinnovabili e l’efficienza energetica. Gli edifici del comune sfruttano l’energia del sole. L’illuminazione stradale, con lampade al vapore di sodio e riduttori, abbatte l’inquinamento luminoso e taglia i consumi del 30 per cento. Le strutture sportive comunali usano pannelli solari per scaldare l’acqua delle docce e quella della piscina. Per Angelo l’ambiente è un valore da preservare, ma non è intoccabile. La politica ambientale di Pollica, senza dubbio tra le più avanzate in Italia, è fatta anche di interventi per migliorare la fruibilità dei luoghi, di opere di riqualificazione. Per alcune delle quali il comune ha dovuto scontrarsi con una burocrazia preda di un’inerzia e un’ottusità talmente smaccata da far sospettare la malafede. È il caso del lungomare di Pioppi, oggi recuperato dal decadimento grazie a un percorso pedonale naturalistico, strutture ricreative e un parco giochi. Ma prima ci sono voluti il giudizio del Tar e quello del Consiglio di Stato. Grazie all’impiego di fondi comunitari è stato recuperato e restituito ai cittadini il settecentesco Palazzo Vinciprova a Pioppi (intitolato a Leone Vinciprova, uno dei Mille di Garibaldi), oggi cuore delle attività della pro loco. Così come il trecentesco Castello Capano, acquistato e ristrutturato dal comune. O il convento di San Francesco, del Seicento. Vassallo ha creato il Museo del mare che ogni anno accoglie 11.000 visitatori, e pure un centro di talassoterapia. Un impegno totale, per uno stop all’emigrazione Ma il sindaco pescatore non si curava solo dei turisti. Il caso di scuola è Galdo. Il borgo stava per chiudere i battenti. Erano rimasti a viverci in cinquanta, tutti anziani. Non c’era nemmeno un negozio. Il comune l’ha rianimato cominciando con l’apertura di un emporio per i bisogni primari degli abitanti e portandoci un medico condotto; e con una terapia a base di appartamenti pubblici, condotte dell’acqua potabile, fognature, illuminazione, selciato rimesso a nuovo, centro letterario e caffè biblioteca. Ha cambiato i nomi delle vie scegliendo autori letterari. Insomma ha preso un borgo pronto per il de profundis e lo ha trasformato in un luogo di aggregazione e cultura dove per tutta l’estate si tengono spettacoli e concerti. I giovani locali non sono più costretti a salire su un treno per cercare altrove un lavoro: c’è il turismo, l’agricoltura biologica, la gestione del porto e dei vari centri – da quello sulla dieta mediterranea al convento dei francescani. «Il 70 per cento dei posti di lavoro nel settore dei servizi turistici è occupato da persone che vengono dai comuni limitrofi» sottolinea Pisani. «Un segnale molto positivo: vuol dire che i cittadini di Pollica sono imprenditori che danno lavoro ai vicini. Vuol dire che stiamo creando valore non solo ad Acciaroli ma nella fascia interna e nei paesi confinanti.» E per chi ha problemi a comprare casa, in un mercato spinto all’insù delle offerte dei compratori stranieri, il comune ha acquistato alcuni appartamenti nel centro storico e li affitta a canone irrisorio. Il risultato è che oggi a Pollica l’emigrazione non sanno cosa sia. «La popolazione è stabile, semmai c’è qualche emigrato che torna nella speranza di cogliere le nuove opportunità.» In passato non era così: tanto che il 10 per cento circa dei residenti del comune (300 persone) vive stabilmente all’estero, andato a cercare fortuna tra gli anni Settanta-Ottanta. Come fa un comune di 2500 abitanti, con i trasferimenti statali sempre più esili, a permettersi tutto questo? «È frutto di una gestione manageriale delle finanze comunali, che permette di non alzare le tasse e di evitare la paralisi che rischiamo con il patto di stabilità» argomenta Pisani, che di mestiere, nel tempo libero dagli impegni comunali, fa il consulente aziendale. Esemplare il caso del porto. «La gestione è direttamente nella mani del comune. Questo ci permette un impiego più efficiente delle risorse ottenute. Il porto è la nostra miniera.» Ma lo stesso discorso vale per i parcheggi, e per il nuovo impianto di rifornimento che il comune sta ultimando in porto, così come per il cantiere nautico del quale l’amministrazione sta tornando in possesso dopo un lungo periodo di concessione. Né l’impegno dei sindaco pescatore si è arrestato ai confini del suo comune. Vassallo, dal 1999 al 2006, è stato anche presidente della comunità montana «Alento Montestella », e in seguito presidente della comunità del Parco del Cilento. In quegli anni ha tracciato tutta la sentieristica, creato un vivaio per le specie a rischio di estinzione, e inaugurato un sistema antincendio. Nel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, poi, ha giocato un ruolo decisivo nella stesura di un buon piano regolatore. Un grande marketing territoriale: Hemingway e la dieta mediterranea La grandezza di Angelo, però, va cercata anche in alcune vicende che travalicano il tradizionale recinto della buona amministrazione e che ne rivelano la grande creatività. Aveva una visione così nitida del futuro di Pollica che gli ha permesso di piegarne al suo progetto anche la storia. Fino a plasmare nuovi elementi identitari: altri tasselli di un patriottismo locale che oggi si respira in ogni vicolo. C’è un caso emblematico. Durante gli anni della guerra, per Acciaroli passano molti americani. All’albergo «La Scogliera » soggiorna un tipo barbuto, spesso ubriaco, tanto che i proprietari si vedono costretti a buttarlo fuori. Il tipo è Ernest Hemingway, corrispondente al seguito della quinta armata. La leggenda vuole che proprio in quel soggiorno Hemingway concepì, e forse scrisse, uno dei suoi indimenticabili capolavori, Il vecchio e il mare. «Il vecchio» è stato identificato in un pescatore di Acciaroli, Antonio Masarone, u viecchiu per via della canizie precoce. Prove definitive non ce ne sono, ma le coincidenze non mancano, e la storia è così suggestiva da non richiedere perizie filologiche per imporsi, in Italia e fuori. Oggi, all’ingresso del paese c’è una targa che racconta dell’amicizia di Hemingway e del viecchiu. L’ultimo incontro di cittadini americani amanti di Hemingway si è tenuto dopo la morte del sindaco. Ha avuto successo. Anche grazie alla presenza casuale nel porto di Acciaroli di un nipote di Hemingway in vacanza: la fortuna aiuta gli audaci. Quello che è riuscito a Vassallo è una grande operazione di marketing territoriale. Ma è anche qualcosa di più, qualcosa che richiede una personalità e uno spirito non comuni per arrivare a meta: il sindaco pescatore ha scelto un pezzo di storia del suo paese è ne ha fatto, magari con un pizzico di forzatura, uno dei pilastri dell’identità locale, insieme al mare, al sole, all’ospitalità. E non si è limitato a Hemingway. A Pioppi ha vissuto per molti anni Ancel Keys. Keys è stato l’inventore della famosa «razione K», presenza fissa negli zaini delle truppe statunitensi durante la seconda guerra mondiale. Arrivato a Pollica negli anni Quaranta, il celebre nutrizionista scopre nel desinare povero di quei pescatori la dieta mediterranea con tutte le sue virtù. Vassallo coglie questo elemento e lo amplifica: promuove il modello alimentare del Cilento a partire dalle scuole del comune, e poi con il Centro studi sulla dieta mediterranea. E diventa uno dei promotori, insieme al Parco del Cilento, dell’ingresso della dieta tra i patrimoni immateriali censiti dall’Unesco. Il 16 novembre 2010, due mesi dopo la sua morte, quando a Nairobi viene ufficializzato l’ingresso tra i patrimoni dell’Umanità, la delegazione italiana guidata dal ministro Galan dedica proprio a Vassallo quel momento storico. Oltre che patria del Vecchio e il mare, Pollica è anche la capitale della dieta mediterranea. Onestà politica e oculatezza contagiose Vassallo, ha detto di lui don Luigi Ciotti, «è l’esempio di una Politica con la p maiuscola, al servizio della collettività. Si è battuto per la dignità sociale, economica e culturale della sua gente, opponendosi ai giochi di potere, alle furbizie, ai privilegi, agli abusi». È stata questa onestà a costargli la vita. Angelo non ha solo restituito un futuro desiderabile a un paese e ai suoi abitanti, non ha solo rivitalizzato l’identità dei luoghi, ma ha anche contribuito a restituire dignità ai mestieri della politica. È stato un amministratore «di prossimità» – come lo sono valenti suoi colleghi: Cono D’Elia a Morigerati, Simone Valiante a Cuccaro Vetere, Sergio Annunziata ad Atena Lucana, Tommaso Pellegrino a Sassano, per esempio – che i suoi concittadini, i loro problemi e le loro richieste, li incontra la mattina al bar del porto piuttosto che negli uffici del comune. La straordinaria forza di esperienze come quella di Angelo Vassallo sta anche nel superare se stesse, nel durare oltre il proprio tempo. Un principio che sfugge, e non può essere altrimenti, a chi ha sparato ad Angelo. Mentre le indagini sull’omicidio sembrano essere a un punto morto – con indiscrezioni e passaggi talvolta sconcertanti, a partire dalla ricerca dell’arma avviata solo molti mesi dopo il delitto – lo straordinario sviluppo di Pollica, infatti, non si è fermato quella notte del 5 settembre del 2010. E continua sotto la stella polare della qualità della vita. «Abbiamo completato un primo lotto di lavori da due milioni nel porto di Acciaroli, e stiamo completando un secondo lotto da sei milioni» racconta fiero Stefano Pisani. «Angelo ci teneva a rendere vivibile ogni angolo di Pollica. Prima dell’inizio dei lavori, a ridosso della banchina c’era uno strato d’asfalto. Dopo i lavori ci sarà una distesa verde.» E racconta della doppia condotta per l’acqua: una per quella potabile, l’altra per quella destinata a lavare le barche: «Il che vuol dire uso più efficiente delle risorse, e risparmi: circa 40.000 euro all’anno». Racconta dell’impianto fotovoltaico che rende il porto autosufficiente. E del distributore di carburante, al quale vogliono portare anche il gas, «visto che le barche meno inquinanti, che vanno a gas invece che a gasolio, proliferano». Un’eccellenza selezionata come esempio di «buone pratiche per la salvaguardia, la gestione e la pianificazione dei propri pae- © 2012 Chiarelettere edizioni srl Il modello Vassallo. Pollica 205 saggi» dal ministero per i Beni e le attività culturali tra 95 progetti, e candidata al premio del paesaggio del Consiglio d’Europa. Nel futuro di Pollica c’è anche un nuovo centro velico per disabili, con coppi fotovoltaici, copertura di rame che raccoglie il calore del sole e recupero dell’acqua piovana, prima per usi sanitari e in seguito anche per innaffiare. E poi c’è la Cina. «In Cina, con Angelo, ci siamo arrivati nei suoi tour per valorizzare la dieta mediterranea» ricorda Pisani. «Proprio per questo stiamo chiudendo il progetto per portare a Pollica degli studenti cinesi per approfondire – ma “vivere” sarebbe la parola più adatta – la nostra dieta.» Angelo era vicepresidente delle Città Slow – altro primato di Pollica, entrata nel 2003 e premiata, nel 2005, per il recupero di Galdo: «Ha convinto la città di Gaochun, nella regione di Nanchino, a entrare nel circuito». La città, infatti, 450.000 abitanti, mantiene un quartiere di 42 chilometri quadrati nel quale si è scelto di conservare la tradizione agricola orientandola al biologico. «Una decisione lungimirante: di recente Gaochun ha ottenuto un premio del governo cinese, che ha staccato un assegno da sei miliardi di yuan da investire nella sostenibilità. Anche la Cina si sta muovendo…». © Chiarelettere editore srl 2012 Tratto da Ermete Realacci, Green Italy, Chiarelettere, pp.318, euro 15. Ermete Realacci (Sora, 1955), è un ambientalista e parlamentare italiano. Ha guidato fin dai primi anni Legambiente, di cui è tuttora presidente onorario. Ha promosso e presiede Symbola, la Fondazione per le qualità italiane.