giovedì 2 dicembre 2010

CASTEL SAN LORENZO. Finisce dai carabinieri l'ultima assemblea della Cantina "Val Calore"




ORESTE MOTTOLA
Un'assemblea dei soci boccia il bilancio annuale della cooperativa, rinvia l'elezione degli organismi dirigenti e scioglie l'adunanza, mentre un altro gruppo, guidato dall'avvocato Pasquale Mucciolo, non accetta tali decisioni e provvede ratificare le proprie candidature per il consiglio di amministrazione. E da nuovo presidente Mucciolo reclama le chiavi dell'azienda e i documenti, mentre l'uscente, Pasquale Masi, gliele nega. L'ultimo capitolo della quarantennale storia della Cantina Val Calore di Castel San Lorenzo finisce a carte bollate e querele presentate nella locale caserma dei carabinieri. L'ultimo atto si è svolto domenica scorsa quando non più di una trentina di coltivatori, sugli oltre mille aderenti, si sono presentati all'assemblea indetta dal presidente in carica, il veterinario Masi. Il tempo di verificare che il grave disavanzo delle casse aziendali non permettevano di ripianare il conto economico e che l'unica lista, presentata da Mucciolo, presentava vizi di forma nell'autentica delle firme di accettazione che chi conduce i lavori decreta il "sciogliete le fila".  I seguaci di Mucciolo però non ci stanno. Pochi giorni prima erano stati loro a far invalidare la lista concorrente. Partita sotto il peso di sei  milioni di euro di debiti accumulati dalle precedenti gestioni, grazie al lavoro della gestione guidata da Pasquale Masi, l'esposizione debitoria è stata ridotta della metà. Servivano almeno due milioni di euro di capitalizzazione che i soci non hanno potuto più che voluto sottoscrivere. A questo scopo, sotto la spinta dello stesso sindaco del paese, Michele Lavecchia, era stata ipotizzata una cordata locale di imprenditori e volenterosi, disposti a mettere 10mila euro a testa, ma il tentativo non era andato in porto. Così come erano scomparsi dalla scena un gruppo toscano di Monsummano Terme e poi l'imprenditore battipagliese Carlo Vitolo, inizialmente intenzionati ad acquistare l'azienda. A guidare l'ultimo generoso tentativo di salvataggio è stato Antonio Mazzaccaro, proprietario di una rete di distribuzione di prodotti tipici italiani in Belgio, originario di Castel San Lorenzo. Dice amaro: "Ero venuto in paese per le feste natalizie, sono stato coinvolto in questa storia. Mi arrendo contro le "zelle" e gli azzecagarbugli". La prossima mossa verrà sicuramente dal ministero delle risorse agricole che già aveva ipotizzato la nomina di un commissario straordinario, prospettiva che ora appare sempre più plausibile e vicina.   

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