giovedì 2 dicembre 2010

Enzo Sica, mi hanno fatto fuori perchè ho detto di no ad una proposta indecente

Oreste Mottola

"Su Capaccio grava la cappa di un sistema che fa capo a delle manovre di tipo economico ed affaristico. Io di fronte a questo non ho mollato, ma ho deciso di tenere alta la guardia della questione morale". Incontriamo Enzo Sica 24 ore dopo che è tornato ad essere medico e padre di famiglia a tempo pieno.
E' pentito?: "Per me è stata una soddisfazione grandissima diventare sindaco. Al pari della laurea, del matrimonio, dei miei figli: le cose belle che la vita mi ha offerto. Quel giorno del giugno del 2004 lo voglio raccontare ai miei figli e nipoti. Ed anche quello che ne è seguito: è stata una bella e straordinaria esperienza. A rovinare tutto è una certa forma di economia che viene attratta in particolare qui a Capaccio. E' la voglia di fare soldi con il mattone, cosa non censurabile in sé, ma che si porta appresso certe "attenzioni". La magistratura, i partiti, gli intellettuali, voi della stampa: a tutti spetta sorvegliare che non si oltrepassino i limiti. Io l'ho fatto".
Allora il manifesto di Fasolino, quello che denunciava investimenti in odor di camorra, era fondato.
"Era fondato su presagi. Il nostro onorevole aveva elementi precisi. Li ha fatti presente a chi di dovere. Anche a me, personalmente. Il manifesto che a quasi tutti, forse anche a me, sembrò essere un richiamo diretto in realtà non lo era: vi ricordate? Cominciava con un affettuoso "Caro Enzo" e mi indicava un percorso di cose da fare. Io ci ho riflettuto e poi mi sono messo a seguirlo. La mia, e la sua idea, era quella di non cedere a ricatti, approvando il Puc alla luce del sole".
Ma come si è manifestata, praticamente, questa famosa proposta?
"Quando uno, magari al culmine di un contrasto su qualcosa che chiede, ti agita davanti nove firme di consiglieri comunali che già aderiscono ad una proposta di scioglimento, e ti dice pronto ad aggiungerci la propria e quella di Farro, per me questo è ricatto. Tu non vuoi fare ciò che io dico? Ed io ti mando a casa!. Io gli ho detto: fai quello che vuoi che io non rinuncerò a riportare a casa lamia mia onestà. Mia figlia più grande, uno dei parroci: hanno parlato di lezione di umiltà. Il giorno dopo io penso, con rammarico, alle carte della bandiera blu che stavamo ultimando, non ad altro. Sapete che possiamo concorrere alla bandiera blu? C'era il piano spiagge da adottare.
Stavamo correggendo il meccanismo di assegnazione dei lotti dell'area Pip. Avevamo pensato dei correttivi per andare oltre ai sette lotti già venduti. Sono cose che aspettavamo da quarant'anni…".
Tanti errori, molti ritardi. Autocritica?.
"Giusto sono stato un'estate fermo a dirigere il traffico di chi entrava ed usciva dalla casa comunale. Non avevo numeri, mi sono dovuto ricostruire una maggioranza. Come potevo varare il Puc in quelle condizioni? Quando sembravo aver ricostruito un quadro politico mi sono rimesso a lavorare di nuovo sul Puc. Io però volevo che ci si confrontasse sul Comune non in altre sedi! E con un segretario che verbalizzava gli interventi, e da qui ci siamo aperti al confronto con le minoranze. Hanno cominciato con il dirmi che così si perdeva tempo, si rallentava troppo. Diventava evidente che quelli là parlavano una lingua diversa dalla mia. Avevo sbagliato ad imbarcare tutti nella campagna elettorale. Ho fatto un errore, un grosso errore…
Quelli là. Anche Sica si è messo a parlare di poteri forti. Ci aiuta a capire a chi ci si riferisce?
"I poteri forti a Capaccio per gran parte fanno riferimento a gran parte della famiglia Barlotti. Qualcuno, molto prima di me, ha evocato il fattore B. che grava sul nostro paese. Sono loro ad aver gestito le nostre cose, spesso facendo bene. Luigi Barlotti è oggi la longa manus di questa lobby. Sì mi riferisco anche ad Alberto Barlotti. Lui è uno di quelli che non paga le tasse al nostro comune. Ha fatto ricorso, contro il Comune, per oltre 220 mila euro. In una delle ultime giunte abbiamo nominato un avvocato per recuperare queste cifre. Abbiamo anche da dire su come viene condotta la raccolta differenziata presso quel complesso alberghiero. Sì, non ho paura a dirlo, il fattore B. contribuisce molto poco alla crescita economica di Capaccio ma tantissimo a quello delle loro fortune personali. Io ho pagato perché ho cominciato ad agire perché nei rapporti fra loro ed il comune va recuperata una reciprocità. Facevano quello che volevano con la scusa che creavano loro".
Sica si candiderà? Oppure Fasolino questa volta scenderà direttamente in campo?
"Ho bisogno di riflettere su ciò che è avvenuto e sui singoli comportamenti delle persone che ho incontrato facendo quest'esperienza. Ci sono tanti che hanno fatto tanto, nell'ombra, e delle quali io magari manco me ne sono accorto". Lo so che il disegno di quegli interessi che vi ho descritto sta cercando una bella faccia dietro alla quale nascondersi per gare i propri comodi. Vogliono trasformare zone che oggi sono totalmente agricole in una cementificazione selvaggia.
"Non è stata è solo l'azione di cavalli impazziti e di ragni malefici", Enzo Sica, sindaco appena detronizzato di Capaccio, quelle righe caustiche su "Nuova Solidarietà" le aveva già scritte prima che accadesse il patatrac. Non rinuncia all'ironia, analizza causticamente la situazione, ma l'amarezza è tutta in re ipsa. "Sì, mi hanno chiesto l'impossibile. Ho detto di no ad una vera e propria proposta indecente". Quale? "Di abdicare a qualsiasi potere decisionale e di proposta. Sì, di andarmene in vacanza, di sparire, di lasciar fare".
Da chi è arrivata? "Al passato presidente del mio consiglio comunale, l'imprenditore Luigi Barlotti, uomo al centro di multiformi attività". Altri volevano sovvertire il sistema di trasparenza. Io non ho voluto sottostare al ricatto, tutto qui". "E' stata un'escalation. Ci sono stati due tarli che hanno funestato non solo la mia consiliatura, ma anche la precedente All'interno della maggioranza c'è chi pensa di trarne dei vantaggi personali. Io ho avuto la sfortuna di avere un'opposizione caratterizzata da personalità capaci, abituate a gestire il potere, che si sono messe subito in azione per poterlo recuperare. Ragni ed altri hanno studiato giorno e notte, non a proporci cose da fare, ma a far suonare delle sirene, molto concrete, nei confronti dei consiglieri comunali: c'è chi ci è caduto e chi no. All'interno della maggioranza poi abbiamo avuto due consiglieri comunali, ufficialmente aderenti ad An, ma gente che in realtà ha solo usato quel partito per portare avanti i propri disegni. Alleanza Nazionale non c'entra, sono due singoli, Cirielli, Gagliano e Landolfi mi hanno già espresso la loro solidarietà, commissarieranno il circolo. Proprio Landolfi mi ha ricordato il suo plauso per essere stati una delle prime amministrazioni comunali ad aver aderito al wi fi.
"Mi hanno detto: stattene quindici giorni a casa. Pensiamo a tutto noi. E Barlotti aggiungeva: tu ti non ti preoccupare me la vedo io sia con la maggioranza che con l'opposizione. Nei fatti voleva commissariale non solo il sindaco ma anche la commissione Puc. Io, ovviamente ho resistito, e non era la prima volta che lo facevo rispetto a queste richieste. Sapeste quante ne ho ricevute!. Ho sempre detto di no. A me non piace fare compromessi solo per mantere una carica pur prestigiosa che sia.

Nessun commento: