giovedì 2 dicembre 2010

Castello di Agropoli, il comune lo fitta dalla società Stu a 200mila euro all'anno



 
ORESTE MOTTOLA
Il comune di Agropoli ha fittato dalla "Stu srl", la società per la trasformazione urbana al 100% di proprietà del municipio, il castello medioevale. Il prezzo è di 200mila euro l'anno, per una durata fissata su trent'anni. Ad acquistare il maniero, di proprietà dell'architetto Antonio Dente e che incantò perfino la scrittrice francese Marguerite Yourcenar, era stata proprio la società per la trasformazione urbana, spendendo tre milioni di euro. Sulla vicenda interviene l'ex sindaco Antonio Domini, intenzionato a fare chiarezza sull'argomento, mentre nella cittadina cilentana "A prima vista sembra una semplice partita di giro. Il comune dà i soldi ad una sua controllata che deve andare in banca e farsi finanziare un acquisto che non era nelle sue possibilità. E sapete qual è l'istituto di credito che finanzia l'operazione? La banca di credito cooperativo dei comuni cilentani, presieduta dal fratello Lucio". Va pure detto che la Bcc è l'unica banca a rispondere ad un apposito bando pubblico. "Attenzione, io non dico che il Castello non andasse acquistato. Questo è stato il sogno di tutti i sindaci di Agropoli. Quello che io contesto è come sia stata aggirata la norma e, di fatti, sia stato messo a carico del bilancio comunale quella cifra da 200mila euro l'anno".  In realtà, l'ultima operazione mira a salvare l'equilibrio generale. La prima tranche, da pagare all'architetto Dente, da 1 milione e trecentomila euro, è stata ricavata dall'apertura di credito in conto corrente con garanzia ipotecaria con la Banca di Credito Cooperativo dei Comuni Cilentani. A questo punto serviva il resto, 1 milione e 700 mila euro, da pagare entro e non oltre il 31 marzo prossimo, pena di risoluzione del contratto di acquisto, ovvero il ritorno del Castello alla proprietà.  Ed è a questo punto che s'inserisce il contratto di fitto tra il comune e la società Stu. "Con queste basi è stata ottenuta l'ulteriore apertura di credito. Però il bilancio del comune – denuncia Domini – sarà bloccato per i prossimi trent'anni". Viene affacciato il sospetto – dall'opposizione ad Alfieri- di trovarsi di fronte ad un modo per aggirare il patto di stabilità.   Così come è difficile pensare che una società con un capitale sociale di soli € 10.000,00 possa procedere all'acquisto di un bene per un importo di tremilioni di euro. 

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