venerdì 3 dicembre 2010

2 agostro 2009, Antonio Valiante annuncia di voler lasciare la politica attiva

ORESTE MOTTOLA
L’annuncio dell’uscita imminente di Antonio Valiante dalla politica attiva e le prime dichiarazioni pubbliche di Enzo Amendola da candidato alla segreteria regionale del Pd hanno caratterizzato la quarta edizione di “Ideura”, la summer school cilentana dei giovani del Pd. Nell’ultimo dibattito della due giorni, moderato da Antonio Manzo, giornalista de “Il Mattino”, i temi della più stringente attualità hanno preso il sopravvento sui discorsi più incentrati sulla prospettiva politica. Solo in apparenza, però. Perché l’entrata in scena, dalla porta principale, di Enzo Amendola serve a preparare quella “squadra nuova”, che proverà a giocarsi una partita vera con il centrodestra. La road map di certo, per il momento, ha le date fissate perché gli iscritti votino il 24 ottobre per scegliere il segretario regionale e fine anno direttamente il candidato alla presidenza regionale. Poi via alla campagna elettorale, per dare vita ad un’operazione verità, che metta in evidenza le luci sulle ombre della gestione Bassolino. “Si può restare bischeri pure a vent’anni”, “la politica è fatta di quaresime e resurrezioni”, Antonio Valiante, vicepresidente della giunta regionale, sindaco per 26 anni a Cuccaro Vetere ed assessore regionale per 14 anni, cita più volte Amintore Fanfani, per respingere l’idea che il rinnovamento, in politica, possa seguire solo linee anagrafiche. E contrattacca rispetto alle valutazioni, da lui definite grevi, che spesso capita di ascoltare, in casa Pd, sull’attuale giunta regionale. “Quando scoppia una guerra fra i comunisti, c’è sempre chi dev’essere annientato. Qualcuno ha deciso che Bassolino deve morire politicamente e così hanno cominciato dallo sfilargli Ciriaco De Mita, che fino a quel momento era il suo principale alleato”. Valiante va all’attacco poi delle “vulgate” che secondo lui vogliono crocifiggere per forza questa giunta e preparare i nuovi equilibri”. Il vicepresidente della giunta è anche duro sull’attuale stato di salute del Pd: “Gode delle rendite di posizione assicurate da ex ds ed ex popolari che continuano la loro presenza politica. Ma così non si va avanti”. Ed ancora Antonio Manzo: “L’attuale Pd ha molti aderenti, pochissimi praticanti ed alla messa domenicale non ci va nessuno”. Gugliemo Vaccaro, ora deputato ed in un passato assai prossimo consigliere regionale per tre anni, rintuzza: “Al pubblico ludibrio evitiamo di esporci da soli. Ve lo dice uno che in silenzio, senza andare sui giornali, il suo diritto di critica l’ha ampiamente esercitato. Di fronte all’antagonista che ci troveremo probabilmente di fronte, l’industriale Gianni Lettieri, che io definisco uno squalo travestito da delfino, uno che prima ti sorride e poi ti azzanna, che si appropingua dei finanziamenti pubblici e poi lascia a casa gli operai, noi che facciamo? Con le radici solide che ci ritroviamo già in casa e lo sguardo lungo possiamo dire la nostra e difendere i più deboli”. E’ il ruolo che è assegnato ad Amendola che ricorre più volte a metafore calcistiche per invitare tutti a partecipare per mettere su “una squadra che torni a giocare”, con i ruoli giusti per tutti, che garantisca l’economia di mercato e combatta l’idea di una società mercantilista. “La scommessa è nelle reti di comunità responsabili che includano e non ecludano”, ha concluso Amendola.

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