venerdì 3 dicembre 2010

Alfonso Amato: “io il sindaco della love generation sfido De Luca e Melchionda”

ORESTE MOTTOLA
Era il 2 aprile del 2006, quando prese la rincorsa per la sua campagna elettorale scrivendo ben quattrocento pagine di programma. E sotto ci mise “Love generation”, motivetto facile facile di Bob Sinclair, che se non fosse già stato utilizzato per una pubblicità della Tim, nessuno fra Zuppino e Terranova indovinava mai che fosse e cosa volesse significare. Alfonso Amato, che pur è cresciuto sempre nei dintorni della Dc, le mezze misure non le ha mai praticate. Il malloppone fu però un record assoluto, fino ad oggi imbattuto, e soprattutto – è facile scommettere che ancora lì- intonso forse frettolosamente compulsato da quel grande lettore che è Domenico Pizzicara, direttore didattico e sindaco negli ultimi due decenni. Le criticatissime 286 pagine presentate da Romano Prodi, che pure dovevano bastare per l’intera Italia, in proporzione, sono un’inezia, un amen, un sms, un telegramma. L’avvocato penalista Alfonso Amato è fatto così, prendere o lasciare. “Solidarietà e Progresso” è la sua lista, e fa subito appello alla “generazione dell’amore” alburnina. “Ho così tanto amore nel mio cuore nessuno può allontanarlo da me”, canterà Sinclair durante tutta la campagna elettorale. In 1406, scelgono di seguire Amato che così diventa sindaco. All’opposizione è relegato il maresciallo della Forestale, Vitantonio Capece, 1062 voti. Amato emoziona tutti alla cerimonia per l’insediamento. Quando gli danno le chiavi del municipio, le mostra alla folla accorsa e proclama: “Sono e saranno a disposizione di tutti. E’ roba vostra, ognuno di voi deve sentirsi sindaco di Sicignano”. Poi invita le persone che se ne stanno sulla soglia ad entrare, “ad occupare ogni spazio, gli stessi banchi se necessario”. 
La prima sterzata significativa Amato la dà sulla politica energetica, che qui è eolica. In localitá Monte di Difesa sorgono centinaia di torri, in gestione all’Acea Electrabel, azienda romana leader nel settore energetico. Il nuovo consiglio comunale modifica alcune parti del contratto: prima fra tutte la percentuale di compenso. Dal corrispettivo dell’1,6 per cento si è passati al 2,5 che l’Acea Electrabel dovrá versare al Comune sul fatturato globale annuo. Inoltre, sono state incluse opere di ristoro come l’ammodernamento e l’ampliamento della strada che conduce al parco eolico nonché della chiesa parrocchiale, distante poche decine di metri dalla struttura. Dimostra di saperci fare l’avvocato, dal programma enciclopedico ma delle idee chiare sugli interessi della sua comunità.
Ma in agguato c’è la reazione di Pizzicara. Che all’inizio del 2007 si va a riprendere le sedie dell’aula consiliare, solo due giorni prima della celebrazione di un consiglio comunale. “Sono della scuola. Amato lo avevo avvertito. Mi servono per far accomodare degnamente oltre 80 insegnanti per un’adunata plenaria del collegio dei docenti. Potevo farli mai stare in piedi?”. In piedi ci restano, per un intero consiglio comunale, per protesta, i sette consiglieri di maggioranza. 
Amato è in prima fila a Serre nello spalleggiare Palmiro Cornetta nella difesa di Valle della Masseria. Inventa slogan a getto continuo, definisce raffinate strategie giuridiche di resistenza, è autore di appassionati interventi di oratoria che toccano sempre il cuore delle persone. Pizzicara pure si fa vedere, ma sceglie di affiancarsi ai puntuti avversari locali di Cornetta. 
E’ la comunità montana Alburni la corona di spine di Alfonso Amato. Che va detto, quando diventa sindaco se ne sta nell’Udeur. Da inquieto e da autonomo. Lascia il partito di Mastella prima dei fatti di Santa Maria Capua Vetere e, proprio a causa del mancato sostegno dei mastelliani alla lotta di Serre. Con Carmine Cennamo, il leader del Campanile sugli Alburni, i rapporti non saranno mai buoni. Amato non vincola agli schieramenti esistenti i rappresentanti di Sicignano in comunità montana. E così da una parte se ne va Immacolata Rosolia e dall’altra Ezio Russo. E Cennamo si arrabbia. Amato sbatte la porta e sceglie il Pd, “area Andria”. Ma è la ribalta provinciale a “tentare” spesso Alfonso, l’avvocato. Comincia già nell’estate del 2006 quando scrive, stampa e fa affiggere un manifesto che “apre” la sua Sicignano ai napoletani che Sergio Vessicchio vuole cacciare da Agropoli. S’indigna sulle sparate “da sceriffo” di Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, su mendicanti e lavavetri. «Chi avrá problemi con la giustizia potrá rivolgersi a me, vi difenderò in maniera gratuita»: Da cattolico democratico impegnato in politica, l’avvocato Amato censura e denuncia «con la massima determinazione questa nuova tendenza che sta affascinando Lei (De Luca, ndr) e tanti suoi colleghi sindaci ed amministratori e che ha magistralmente individuato i problemi che affliggono l’Italia: lavavetri e parcheggiatori abusivi». Ha solo pochi giorni la presa di posizione contro De Luca e Melchionda, a favore dei rom. 
Oreste Mottola

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