venerdì 3 dicembre 2010

I cento anni di Fiorentina Grippa


Un secolo di vita attraversato da Fiorinda Grippa
ALTAVILLA SILENTINA. “Fiorentina” lo è solo per l’anagrafe, Fiorinda l’hanno chiamata così tutti, quasi a partire dal 22 dicembre del 1909 quando nacque nelle campagne, allora pressoché disabitate, ad Altavilla Silentina. Circondata dall’affetto delle tre nipoti Antonietta, Lucia e Gerardina Guarino, è arrivata al secolo di vita e si è preoccupa direttamente dei preparativi della sua festa conclusasi al Sentacrutz di Eboli. La sua giovinezza Fiorinda, l’ha trascorsa a lavorare sulle terre del barone Ricciardi, al “Varrizzo”, ovvero Ponte Barizzo. Mattina e sera a piedi, dalla Piana d’Altavilla fino a Capaccio, per almeno due ore all’andata ed altrettante al ritorno, sull’asino si portavano piccole some. Fiorinda non va a scuola, “da noi non c’erano maestri”, ricorda oggi. Un giovane alto e con gli occhi azzurri gli appare durante la festa della Madonna della Neve. E’ un provetto muratore e carpentiere. Si chiama Rosario Garofalo, ha anche studiato ed ha modi assai distinti. Fiorinda se ne innamora e decide che quello è l’uomo della sua vita. “Anche perché, pensai, questo ha un mestiere e possiamo costruirci più facilmente la casa”. Rosario, ovviamente, capitola di buon grado.Ed è colpo di fulmine. Casa, famiglia e lavoro nei campi. Questa fu la vita di Fiorinda durante gli anni Trenta. Nel 1932 arriva l’unica figlia, Carmelina. La bambina è molto studiosa e le sue pagelle piene di bei voti sono gelosamente conservate. La guerra, arrivata nel suo pieno svolgimento nel 1941, si prenderà Rosario. Dai fronti di combattimento però trova il modo di scrivere quasi ogni giorno alla moglie: sa che ci sarà Carmelina a leggerle a Fiorinda. Fatto prigioniero dagli Alleati viene trasferito, per oltre due anni, ad Orano, in Algeria. E Rosario continua a scrivere a Fiorinda e Carmelina le legge e le comprende. La Guerra finisce, Rosario torna a casa e la vita della famiglia Garofalo riprende a scorrere serena. La ricostruzione prima ed il boom economico dopo rendono la professione di mastro Rosario molto richiesta ed anche discretamente redditizia. Ed arrivano gli agi: “Una bella casa. Il primo frigorifero, il primo apparecchio televisivo. Le tre nipotine”. Il destino però ha deciso diversamente. Carmelina si ammala, e giovanissima, a soli 42 anni, si spegne. Ha anche tre bambine. Un dolore  immenso, indescrivibile ed incommensurabile. Ed è qui che Fiorinda tira fuori la sua grande forza d’animo. Dopo aver assistito per sei anni sua madre si ritrova a prendersi cura delle sue uniche nipoti. “ Ed anche Fiorinda comincia ad essere soggetta a malanni molto seri. Tumori e cardiopatia, per dire. Ed ogni volta, smentendo le pessimistiche previsioni mediche Fiorinda ce la fa. Ha l’appuntamento con il secolo di vita da toccare e superare.
Oreste Mottola

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