venerdì 3 dicembre 2010

Agricoltore spara a Capaccio

ORESTE MOTTOLA
Un agricoltore di Capaccio nelle prime della mattinata ha esploso alcuni colpi di pistola in direzione di un'auto con a bordo due persone senza però colpirle. "Devi pagarci per il foraggio che ti abbiamo fornito", questa è la richiesta che Giuseppe Di Canto, proprietario di un'azienda bufalina di Cortigliano, località nei dintorni dell'area archeologica di Paestum, si è sentito fare da due dipendenti dell'azienda che rifornisce di paglia e fieno la sua attività. I due, R. G, e L. G., entrambi di Cannalonga, che si erano recati dal Di Canto per rer riscuotere una notevole cifra di denaro. Di Canto però non è stato dello stesso avviso. Contesta quantità e prezzi praticati, invoca lo stato di grave crisi del suo settore. La discussione si è fatta subito animata e sono volate parole grosse e minacce.  I due cilentani vengono invitati vigorosamente ad allontanarsi  e costretti a precipitosa fuga nella loro automobile. Per rendere le sue argomentazioni più efficaci l'agricoltore esplode contro tre colpi con una pistola Taurion, una calibro 38, con la matricola abrasa. Uno dei colpi ha colpito l'automobile dalla parte posteriore, ma – fortunatamente - non ha  sfiorato i due occupanti. I due autotrasportatori hanno continuato la loro fuga.  Dai carabinieri della stazione di Capaccio Scalo è arrivato prima Giuseppe Di Canto tentando di chiarire l'accaduto ed anche perché era convinto di aver colpito i due. I militari, dopo aver fermato Di Canto e comunicato ciò che era avvenuto al Pm di turno, hanno subito accertato che la pistola usata non era intestata allo sparatore reo confesso. E' bastato poco, alla tenenza di Agropoli, nel frattempo venuta a rinforzare l'azione dei colleghi di Capaccio Scalo -  per risalire a Vincenzo Cantarella, commerciante di Capaccio, il fornitore della pistola all'agricoltore. La successiva perquisizione a casa di Cantarella permetteva di individuare un'altra pistola semiautomatica di fabbricazione israeliana, con matricola abrasa. Per Di Canto e Cantarella si sono aperte quindi le porte del carcere di Fuorni. Oltre che di tentato omicidio, Giuseppe Di Canto, dovrà anche rispondere di ricettazione poiché accusato di detenzione di arma di dubbia provenienza. 

22 gennaio 2009

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