venerdì 3 dicembre 2010

Capaccio. Le spine dei debiti della società di servizi ed il Puc

Oreste Mottola 16 settembre 2009

“A Pasquale Marino l’avevo avvertito che non poteva gestire da solo la complessa partita della società di servizi in house. Lui si è creduto un Unto dal signore, non mi ha ascoltato, ed eccoci nei guai con questa pretesa del socialismo municipale anche da noi”. Lo sfogo appartiene a Giuseppe Troncone, il generale dell’esercito n pensione che guida l’assai poco guerreggiante opposizione consiliare a Capaccio. Con l’eccezione di Troncone, ovviamente, che fa quel che può arrivando a mettere su Internet quinta late di delibere, determine, lettere e relazioni. Si ricomincia da qui, dopo l’estate che qui blocca tutto, da Puc, gestione della società di servizi e manovre di riposizionamento del ceto politico una volta tutto a sinistra e che ora guarda interessato a destra sono le nuove spine del “sindaco della gente”. Sul Puc siamo all’“Avanti Savoia”, come si gridava durante le cariche della cavalleria di una volta, dando velocità alla mano del professore Forte (l’urbanista napoletano che ci lavora fin dal 2002). Pasquale Marino questo stramaledetto Puc lo vuole, mentre Paolino potrebbe non mettersi più di traverso se venissero accolte certe sue posizioni. Dal fronte più decisamente politico lo scontro nazionale all’interno del centrodestra Berlusconi – Fini – Feltri qui si traduce nel duello Farro – Di Sirio – Enzo Sica – Marco D’Auria rischiando di far prematuramente implodere l’Asse politico al quale si accinge ad accodarsi Pasquale Quaglia (già presidente del Consorzio di Bonifica Paestum). Quaglia vira a destra perché è da quella parte politica che vuole essere appoggiato nelle imminenti elezioni consortili. Sono i “granai” d’Altavilla, Albanella e Fonte di Roccadaspide che gli fanno gola e sono tutti guardati a vista da nomi come Rosario Gallo, Giuseppe Capezzuto e Mario Miano, tutti recentemente colpiti, come Saul sulla via di Damasco, dal nuovo Verbo. Quaglia va all’attacco di Roberto Ciuccio, assessore ai lavori pubblici di Pasquale Marino, che vuol sedersi sulla sua ex poltrona.
LA SOCIETA’ DI SERVIZI
L’imprevisto “colpo di scena” si registra nella vicenda della srl “Capaccio – Paestum servizi” con un uno – due non da poco. Il sindaco incassa le “dimissioni volontarie” del tandem Velia Cursaro – Angelo Quaglia e nomina Pasquale Silenzio nella doppia figura di Amministratore Unico e Direttore Generale. L’esperto Silenzio, come suo primo atto, si mette con le spalle al sicuro con una relazione sullo stato patrimoniale che trasmette a tutti i consiglieri comunali. “Allo stato risulta una situazione rischiosa per quanto riguarda la società Interim 25, relativa ai versamenti contributivi. Nel caso specifico – avverte Silenzio – si terrà una condotta vigile e responsabile”. Non vi sarebbe traccia, a quanto è dato sapere, anche del tfr (il salario differito, la cosidetta liquidazione) che i lavoratori avrebbero dovuto percepire a giugno scorso. “Interim 25” è una società di Bari di somministrazione lavoro (assume e licenzia per conto terzi) e che non esita a dire al comune che deve avere ancora quasi 200mila euro di spettanze. “Ed altre spettanze potrebbero saltare presto fuori e c’è il rischio – avverte Troncone – di un raddoppio del deficit”. Ed a pagare saranno le casse comunali. Per Troncone anche la posizione di Pasquale Silenzio è discutibile in punta di diritto: “Indossa contemporaneamente due vestiti, quello di controllore e controllante”.
PUC
Il punto di maggiore scontro, trattandosi di Capaccio, è sempre quello dell’assetto urbanistico disegnato dal Puc. Qui è sembrato che il sindaco (Pasquale Marino) ed il presidente del consiglio comunale (Paolo Paolino) per qualche mese perseguissero disegni diversi. Marino voleva portare a casa il risultato (un nuovo Puc) e Paolino voleva buttare per aria il tavolo (revocando l’incarico al tecnico incaricato, il professore Francesco Forte). Ad un certo punto la distanza delle due posizioni aveva fatto addirittura pensare che in gioco ci potesse essere la stessa sopravvivenza della consiliatura e sindacatura. La dialettica sembra ora archiviata a semplice gioco delle parti con Paolino che preme su Forte affinchè il punto di compromesso (velocizzazione del Puc ed accettazione delle linee tecniche d’indirizzo della maggioranza) non incontrino quelle resistenze che l’urbanista – cattedratico attesta su di un piano squisitamente tecnico – legale – professionale. Forte dice: datemi le indicazioni che mi possano far capire realmente, ed al 2008, lo stato non solo del “già costruito” ma anche degli “impegni” di volumetria edilizia, residenziale, industriale, commerciale ed agricola già realizzata che sia stata condonata, o per la quale l’Utc abbia attestato la legittima condonabilità. Forte vuol dire anche perimetrazione, consistenza e caratteri degli insediamenti abusivi. Insomma, va mettere la mazza in una serie di vespai ancora aperti e sanguinanti e che probabilmente sono fondamentali nel mantenimenti di certi equilibri politici. Per Forte le prese di posizione di Paolo Paolino sono “confuse” e “contraddittorie”. Così come balza agli occhi l’accusa di “agnosticismo” – rivolta sempre a Paolino - nei confronti degli obblighi di tutela dell’ingente patrimonio archeologico di Paestum. “Meraviglia che le più alte responsabilità comunali – mette nero su bianco il professore Forte – ritengano che il patrimonio Unesco dichiarato di rilevanza mondiale, ed i siti d’interesse comunitario possano essere tutelati con la permissiva disciplina edilizia dell’uso agricolo vigente in Campania, i cui effetti sul territorio sono già riscontrabili sul territorio comunale”. La matita rossa del professore tocca anche i progetti di nuova edilizia prevista per Cannito. “Mi state facendo perdere tempo. Pagatemi i danni”, sembra dire l’urbanista. Per la verità il consiglio comunale, con la delibera 65/2008, era corso ai ripari, fornendo tutte le chiarificazioni richieste. Forte non le aveva giudicate sufficienti ed aveva mosso altri rilievi. “Le sue osservazioni – gli scrive allora un irato Pasquale Marino – meritano una puntuale disamina per la loro gravità e tendenziosità, forse miranti a precostituirsi giustificazioni in sede di un eventuale contenzioso”. Il tavolo, come si vede, traballa vistosamente. Si controbatte anche all’accusa di lassismo in materia di tutela delle risorse archeologiche: “La posizione del Consiglio comunale è chiara: solo i vincoli obbligatori per legge e non altri vincoli non previsti dalla legge”. Il concorso internazionale d’idee per la riqualificazione dell’area “bianca” protetta dalla legge 220 ha spostato in avanti la questione, sottraendola alla discussione locale, così come a Forte è stato offerto il ramoscello d’ulivo di una continuazione dell’incarico di tecnico “redigente” il Puc. Basterà tutto ciò per avere il nuovo strumento urbanistico a disposizione e, soprattutto, a non allungare ulteriormente i tempi? Lo sapremo presto, forse già dalle prossime due, tre settimane.

Oreste Mottola

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