venerdì 3 dicembre 2010

I lavoratori forestali degli Alburni sul piede di guerra per i tagli ai loro salari. Lunedì incontro con Nappi per trovare una soluzione

ORESTE MOTTOLA  24 settembre 2008


POSTIGLIONE. Gli addetti all’Orto Botanico di Bellosguardo con l’aiuto del comune di Sicignano e lo sblocco di fondi provinciali e regionali che erano stati stanziati e non spesi completeranno il numero delle giornate previste dal progetto originario. I forestali a tempo deterrminato sperano invece nella trattativa con l’assessore regionale Gianfranco Nappi. “In ogni caso sarà un insuccesso che prima i lavoratori e poi l’intero territorio pagherà in termini di minori redditi delle famiglie”, denuncia Gianni De Marco, del sindacato autonomo dei lavoratori forestali. Con il bilancio che non può essere ancora approvato a seguito delle incertezze sulla legge regionale di riordino delle comunità montane il rubinetto dei fondi destinati ai forestali è chiuso ed i lavoratori sono in fibrillazione. Altre alternative non ce ne sono per famiglie spesso monoreddito. .
“Stiamo lavorando a tutto spiano per risolvere i problemi lamentati.
La colpa di tutto è dell’indeterminatezza nella quale, la nostra, come tutte le comunità montane del salernitano, è lasciata da Stato nazionale e Regione”. Ezio Russo, presidente della comunità montana degli Alburni, è provato dalla vertenza che i lavoratori stanno portando avanti. “Sappiano tutti non siamo noi a tenere chiusi i cordoni di una borsa che è vuota”, ribadisce. Un gruppo di 30 persone, tra operai e tecnici dell’Orto Botanico di Bellosguardo, ha occupato nei giorni scorsi l’ufficio di presidenza della comunità montana. I lavoratori lamentano già da tempo il mancato pagamento di alcune mensilità. Chiedono rassicurazioni sul proprio futuro occupazionale. La soluzione, parziale, sta arrivando dallo sblocco di circa 100 mila euro, destinati all’iniziativa, che risultavano incagliati per malintesi passati tra comunità montana, comune di Bellosguardo e Regione. “Salderemo così i due mesi di stipendi arretrati e metteremo così un punto fermo sulla vicenda”, sottolinea Russo. I lavoratori spingevano verso la stabilizzazione definitiva, che però non ci sarà. L’agitazione investe anche i 130 operai a tempo determinato. “Lunedì 28 saremo a Napoli, dall’assessore Nappi, per chiedere i fondi per fare in modo – rende noto il presidente Russo – che possano fare le stesse giornate dell’anno scorso”. Un obiettivo di là da venire, secondo Gianni De Marco, segretario del sindacato autonomo di settore, che scommette sul fatto che la Regione non garantirà le giornate effettuate l’anno precedente, De Marco calcola 50 giornate di salario in meno rispetto al 2008, altrettanto perse sull’indennità di disoccupazione, quindi oltre 3500 euro in meno per ogni famiglia. “Sono 455.000 euro in meno persi dal territorio come capacità di consumo e di opere di pubblico interesse. Pioverà sul bagnato – accusa De Marco - se la Comunità Montana applicherà l’accordo sottoscritto tra Regione e sindacati confederali, per cui chi cadrà in malattia non potrà recuperare le giornate di convalescenza”.

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